Sabato 27 maggio il Comitato scende in piazza per una grande manifestazione in difesa del sistema sanitario pubblico e per denunciare la politica sanitaria attuata negli ultimi anni dalla Regione Piemonte: taglio dei posti letto, blocco del turnover degli operatori sanitari, mancanza di una politica dei servizi territoriali adeguata, incapacità di risolvere il problema delle lunghissime liste d’attesa...

Da oggi e fino alla mobilitazione del 27 maggio il Comitato inizia la sua campagna di denuncia sulle carenze della sanità pubblica in Piemonte.

Oggi parliamo di posti letto.

In Piemonte dal 2010 al 2020 sono stati tagliati 2.011 posti letto per acuti, con una riduzione del 14%.  Questi valori, calcolati su 1.000 abitanti, indicano che nel 2010 erano complessivamente disponibili 4,2 posti letto, mentre nel 2020 tale quota è scesa 3,8 posti letto per 1.000 abitanti.

Il taglio maggiore ha riguardato i posti letto per la lungodegenza, dove nel 2020 risulta eliminato 1 posto su 3 rispetto al 2010 (-33%). Nonostante questi tagli, con una quota di 947 posti per 100.000 abitanti, il Piemonte si colloca in terza posizione dopo il Veneto e la provincia autonoma di Trento per numero di posti disponibili nelle RSA. Tuttavia, recenti segnalazioni indicano che circa il 20% di questi posti letto non sono occupati.

Il tasso di occupazione di posti letto nei reparti di medicina è del 96,4%. Questo significa che i posti letto in medicina sono sempre tutti occupati ed è complicato ricoverare. Va ricordato che il tasso ottimale, per evitare aumento di mortalità e morbidità, viene considerato non superiore all’85%, pur se imprudentemente aumentato al 90% dal Decreto Ministeriale n° 70/2015 sugli standard ospedalieri.

Questi dati dimostrano una programmazione sanitaria della nostra Regione carente della necessaria visione d’insieme, dove la riduzione indiscriminata dei letti in corsia non è stata accompagnata in parallelo dalla necessaria crescita dei servizi territoriali.

Questo ha prodotto il risultato di aumentare il carico della nostra rete ospedaliera, in alcuni periodi, quasi al limite del collasso, agevolando inevitabilmente l’intasamento dei Pronto Soccorso.