Dal primo settembre 2023 la zona sud della provincia di Asti può contare su due pediatri in meno: il primo per pensionamento, il secondo per richiesta di trasferimento. A Nizza e a Canelli stanno arrivando in questi giorni nuovi specialisti, ma non basta: l'Astigiano aveva già ricevuto il primato come "maglia nera" nel rapporto tra pediatri e bambini (1 su 1813). Il problema però, come già denunciato in passato, è più ampio e non riguarda solo la specializzazione di pediatria.

«Manca ogni tipo di medico – accusa Luca Quagliotti, segretario della Cgil Asti e tra i fondatori del comitato per la difesa della sanità pubblica – il caso dei pediatri è importante: ricordo quando successe una situazione analoga a Villanova, i medici vennero sostituiti con grandi difficoltà». Secondo Quagliotti occorre rendere attrattiva la professione: «Lo stipendio dei pediatri di libera scelta si basa sul numero degli assistiti: occorre congelare da subito le assegnazioni dei bimbi in attesa di reperire al più presto i pediatri che se ne prenderanno cura».

Preoccupato anche Gabriele Montana del NurSind: «Accade purtroppo sempre più spesso anche per gli infermieri e le ostetriche. Forse perchè si sono perse le speranze in un cambiamento». Un sistema in crisi: «Gli ultimi accordi aumentano del 10% il numero dei pazienti dei pediatri: più pazienti non medici – dice Enrico Mirisola, segretario astigiano del Nursing Up - dovremmo averne almeno 30 e non arriviamo a 20».