Sono passati ormai due anni dalla presentazione della piattaforma con le richieste di parte sindacale avanzate dalle categorie di CGIL CISL UIL ad UNEBA, associazione nazionale datoriale che accoglie oltre 1.000 tra enti, fondazioni, associazioni ed imprese sociali di matrice cristiana e quasi tutti no profit.

Le trattative per il rinnovo si sono susseguite con non poche difficoltà e, pochi giorni fa, si è determinata la rottura. UNEBA ha proposto di riconoscere alle maestranze soltanto 50 € (circa 3,58% di aumento) per chiudere gli anni intercorsi dalla scadenza del CCNL (2019) ad oggi e riavviare la trattativa per un contratto 2024 – 2026. Pochi spiccioli quindi per coprire gli anni 2020 – 2023, del tutto insufficienti a recuperare l’aumento dell’indice inflattivo.

La proposta di UNEBA è stata presentata alle delegate e ai delegati di tutta Italia venerdì 5 aprile, in un’assemblea online. La reazione è stata unanime: il lavoro di cura non può continuare ad essere svalutato e anche le lavoratrici e i lavoratori dei comparti privati devono poter ricevere una retribuzione equa e dignitosa. In sintesi, la proposta è stata ritenuta irricevibile e sono quindi state avviate le procedure previste dalle norme per tentare di arrivare ad un accordo presso il Ministero del Lavoro.

UNEBA si è impegnata a riformulare una proposta che verrà presentata a CGIL CISL UIL entro la seconda metà di maggio.

Il comparto socio-assistenziale privato soffre complessivamente di scarsissimo riconoscimento, in primis dal sistema pubblico, pur garantendo servizi pubblici ed essenziali come la cura e l’assistenza a persone anziane non autosufficienti, disabili, psichiatrici e minori. Con grandi sforzi la Cooperazione Sociale e i Valdesi hanno rinnovato i loro CCNL che coprono rispettivamente una platea di 370.000 ca e 1.500 ca lavoratori in tutta Italia. La chiusura di questi contratti ha determinato un aumento salariale per le maestranze del 12,5% e del 10.8% dando un po’ di sollievo alle finanze familiari.

“Le lavoratrici e i lavoratori a cui viene applicato il CCNL UNEBA sono circa 170.000 in tutta Italia - è il secondo CCNL più applicato - ed è intollerabile che si stia verificando una situazione di questo tipo. Siamo consapevoli che rinnovare i CCNL non è sufficiente. Servono azioni congiunte tra la parte sindacale e quella datoriale per chiedere maggiori risorse e la revisione dei sistemi al pubblico, in primis al Governo e quindi alle Regioni. È una battaglia che CGIL CISL e UIL hanno iniziato da tempo e anzi, sono numerosi gli interventi a livello nazionale e locale ma, nell’attesa che qualcosa cambi, non posso rimetterci le lavoratrici e i lavoratori. Dobbiamo lavorare affinché il problema diventi collettivo perché investe gli interessi di tutte e tutti noi. Ricordiamo che le lavoratrici e i lavoratori del comparto si occupano, nella quotidianità, di anziani autosufficienti e non, minori e adulti con disabilità, salute mentale, dipendenze, bambini privi di adeguato sostegno famigliare, donne vittime di violenza, persone in fase terminale. Si occupano delle fragilità e delle cronicità di tutti, tutti i giorni” – dichiarano CGIL CISL UIL.

Sono in corso assemblee in tutte le strutture UNEBA del Piemonte e l’8 maggio si svolgerà un’assemblea pubblica – per le maestranze, ospiti e loro familiari e cittadini - davanti alla Piccola Casa della Divina Provvidenza Cottolengo di Torino.

L’appuntamento è alle ore 13.00, in via San Pietro in Vincoli 9 a Torino.