Lo avevamo scritto nero su bianco al Prefetto, al Questore, al Sindaco, poco meno di una settimana fa: la situazione dei richiedenti asilo in città è al collasso e con gli ultimi provvedimenti del Governo rischia di provocare ulteriori disagi anche alla popolazione e ora, con l’acqua alla gola, si cercano soluzioni ancora una volta in emergenza.
Perché siamo arrivati a questo punto senza individuare soluzioni alternative, a partire dall’individuazione di una nuova sede agibile per gli uffici della Questura di Corso Verona?
Quale ospitalità e procedure per richiesta asilo e permesso di soggiorno per gli stranieri che ne hanno diritto si intendono realizzare, ivi compresi i ricongiungimenti familiari per persone che permangono sul nostro territorio a buon diritto?
Quanto tempo ci vorrà per destinare un’area adeguata all’accoglienza dei richiedenti asilo che non ripercorra le strade del vecchio CPR di Torino?
Domande che meritano risposte più incisive e sostenibili di quelle che si stanno realizzando e che sono state avanzate dagli ultimi decreti governativi. Siamo convinti che utilizzare meglio le risorse disponibili oggi destinate ai respingimenti sia possibile investendo nell’accoglienza diffusa di qualità che promuova l’integrazione. Per noi questa dovrebbe diventare la priorità che investe la Città tutta e sin da subito il nuovo Prefetto appena nominato.
La storia di Via Traves invece rischia di essere l’ennesimo episodio della guerra tra i poveri. Torino ha una storia di migrazioni che non può essere dimenticata, vogliamo che sia un laboratorio per immaginare un nuovo modello di accoglienza, più umano e inclusivo, che garantisca tutele e diritti, per i richiedenti e per i lavoratori che con essi operano nelle strutture di accoglienza.
Diritti per tutti e lavoro di qualità. Una sfida possibile.


CGIL CISL UIL Torino
Elena Ferro, Paolo Ferrero, Francesco Lo Grasso