Nel luogo di lavoro trascorriamo una parte importante del tempo della nostra vita, da cui perciò dipende fra le altre cose anche il nostro stato di salute e di benessere. Nei luoghi di lavoro producono beni e servizi donne e uomini differenti fra di loro per età, provenienza geografica, fragilità; e convivono differenti condizioni di lavoro stabili e precarie, con orari resi lunghissimi dagli straordinari o tagliati dal part time involontario, stabili nello stesso posto o con spostamenti in diversi punti; a contatto con l’u­tenza, con turni, in ufficio, in fabbrica, sui mezzi di trasporto con tanti o pochi colleghi. Solo per nominare alcune condizioni. A tutte le sollecitazioni a cui nello svolgimento del lavoro siamo sottoposti, sono esposti il nostro corpo e la nostra mente. Per questo è necessario il Documento sulla valutazione del rischio, diverso per ogni luogo di lavoro (non comprato in fotocopia…); ma quasi sempre non è presa in considerazione la differenza più evidente che attraversa le generazioni e tutte le altre condizioni: siamo donne e uomini, il neutro non esiste. La nostra anatomia e biologia non sono uguali e turni, carichi di lavoro, esposizioni ad agenti, non hanno gli stessi effetti. Anche gli elementi di stress non sono uguali, pure nel rapporto fuori e dentro il luogo di lavoro. Come non è uguale la condizione nel mercato del lavoro –altro elemento di fortissimo stress a sfavore delle donne – o il rischio di molestie e violenze.

Questo documento, la guida e l’App del Vademecum, a cui potranno accedere gli/le Rls e Rlst e che quindi sarà in costante aggiornamento, vuole essere uno strumento utile per rispettare la salute e sicurezza delle lavoratrici che appunto non sono comprese genericamente nei lavoratori. E perché possa essere efficace, è necessario che gli uomini e le donne della nostra organizzazione, le delegate e i delegati, siano determinati a superare le resistenze che sicuramente incontreranno rispetto a questa «complicazione aggiuntiva». Perché, appunto, ciò non è un’aggiunta ma un vincolo necessario se crediamo che le condizioni di lavoro e quindi la salute e sicurezza sia quel che determina un modello di società e di impresa con al centro i diritti delle persone.

Cambiare le condizioni di lavoro, a partire da ritmi, turni e orari, in modo che siano compatibili con le esigenze delle donne ha sempre significato renderli migliori per tutti; intervenire sui carichi di lavoro fisici e mentali e sugli ambienti di lavoro perché tengano conto della diversa fatica, significa renderli migliori per tutte e tutti; costruire consapevolezza e legami con il territorio per affrontare molestie e violenze, è nuova qualità per tutte e tutti.

Affrontare i temi di salute e sicurezza con un’ottica di genere è l’unico modo per affrontarli davvero.

Scarica qui la guida completa: https://www.cgil.it/ci-occupiamo-di/salute-e-sicurezza-nel-lavoro/che-genere-di-salute-e-sicurezza-sul-lavoro-i-rischi-per-la-salute-delle-donne-c0q0r4j7